Poste nell’introduzione le premesse sul concetto della storia della filosofia, Hegel passa ad individuare il momento iniziale di tale sviluppo. Anzitutto egli fa un paragone molto interessante tra la cultura orientale e quella occidentale e rinviene nella Grecia classica tale inizio. Vediamo come il filosofo argomenti tale sua concezione, quale sia dunque la sua Begründung.
Le filosofie-religioni orientali sono caratterizzate dall’avere una visione della realtà come un tutto unico, un’unità di natura e uomo. Rispetto a tale visione l’uomo, per raggiungere armonia, serenità, felicità, deve quasi scomparire, deve cercare di evitare di farsi travolgere dagli eventi che contraddistinguono la totalità, di mantenere una sua armonia interiore, di non lasciarsi prendere da desideri, passioni e tutto ciò che contraddistingue la vita, che è della totalità e non nostra. In tale atteggiamento quasi di fuga dal mondo, che per Hegel rappresenta il concetto fondamentale del pensiero orientale, manca del tutto la comprensione della potenza dello spirito, della forza interiore creatrice dell’essere umano, della sua libertà soggettiva rispetto all’oggetto-mondo, in cui esso vive.
(Lettura di vari passi dalle due edizioni, Suhrkamp – trad. Codignola-Sanna – e Meiner – trad. Bordoli)
Il mondo greco invece si contraddistingue proprio per la scoperta della soggettività dell’uomo, della sua spiritualità. È nella Grecia classica intorno al VI secolo a.C. che insomma per Hegel compare la vera e propria autocoscienza umana, non solo quindi la coscienza della totalità esterna, dell’involucro in cui viviamo, ma del nostro interno, di quel che siamo in noi stessi, nel nostro intimo, dunque del pensiero e della specificità di tale pensiero come autocoscienza rispetto all’essere esterno, oggettivo, privo di autocoscienza (oggi potremmo parlare della ‘dignità dell’uomo’, Menschenwürde).
(Collegamento al concetti di autocoscienza finita ed infinita, loro lotta nella conclusione delle lezioni, ed. Suhrkamp).
Problematica dell’Inizio della filosofia
Esso si ha con Talete. Dopo aver presentato una partizione del pensiero greco (p. 183 ed. Suhrkamp, tr. Codignola-Sanna) e aver fatto un’interessante distinzione tra i filosofi greci dell’Asia Minore, più vicini all’oggettivismo orientale, e quelli della Magna Grecia, più soggettivisti e quindi più vicini al concetto della filosofia come tale – p. 188-189 dello stesso testo (da qui traspare quasi l’idea che il vero e proprio inizio della filosofia sia da porre nell’Italia meridionale, visione questa da approfondire), Hegel passa a parlare della filosofia degli Ioni, ossia dei Greci dell’Asia Minore, iniziando appunto da Talete.
Il punto fondamentale che Hegel mette a risalto in Talete è il fatto che egli abbia ricercato un fondamento di tutto, un principio comune a tutte le cose, trovandolo nell’acqua intesa come umidità. L’acqua è qualcosa di sensibile ma anche di non sensibile come si esprime Hegel (…ein unsinnliches Sinnliches), di sensibile perché la cogliamo con i sensi, ma di non sensibile perché la concepiamo come essente dovunque, anche senza presenza di percezione attuale, come un qualcosa di universale e non solo di individuale qui e ora.
(Lettura di qualche passo, poi quello finale a p. 205 Codignola-Sanna).
Talete viene accomunato da Hegel ai pensatori Ioni, ossia a coloro che in buona parte hanno posto come principio primo qualcosa di oggettivo, esterno, materiale, sensibile (lettura del passo corrispondente). (Questione filosofica: Anassimandro concepisce un principio materiale? Lettura del frammento 12 B 1 sull’apeiron).
“έξ ών δέ ή γένεσίς έστι τοίς οΰσι, καί τήν φδοράν είς ταύτα γίνεσθαι κατά τo χρεών • διδόναι γάρ αύτά δίκην καί τίσiν άλλήλοις τής άδικίας κατά τήν τού χρόνου τάξιν.”
“Ciò da cui proviene la generazione delle cose che sono, peraltro, è ciò verso cui si sviluppa anche la rovina, secondo necessità: le cose che sono, infatti, pagano l’una all’altra la pena e l’espiazione dell’ingiustizia, secondo l’ordine del tempo.”
(Anassimandro [in Simplicio], fr. 12 B 1)
Fonte internet:
http://www.vitellaro.it/silvio/storia%20e%20filosofia/Presocratici/FRAMMENTI%20DI%20ANASSIMANDRO.doc
(Contiene altre possibili tradizioni nonché diverse interpretazioni del frammento)
(Il sito www.vitellaro.it contiene una serie di testi di filosofia e di approfondimenti utilissimi per ‘insegnamento scolastico di tale materia).
Il gruppo dei primi filosofi italici invece è contraddistinto dall’individuare l’archè in qualcosa d’intellettuale, interiore, soggettivo. Il principale pensatore è Parmenide, per il quale Essere e Pensiero coincidono (I suoi frammenti saranno letti nell’ottavo incontro).
Dunque, nei pensatori italici si ha per Hegel il vero e proprio svelamento all’essere umano della soggettività come fonte della verità.
(Dr. Marco de Angelis)